[…] Un viaggio esistenziale, lucidamente intenso, attraverso le vicende di una vita in bilico su due culture, divisa fin dai primi anni 70 di volta in volta tra la sua patria iraniana sulle rive del Mar Caspio e la sua patria adottiva qui da noi, a Venezia e poi a Padova. Ma anche un viaggio attraverso i segni della pittura, percorso di scoperte e ritrovamenti, esplorazioni e ritorni nel tessuto splendente di un fervido repertorio espressivo.
Tra bitumi e oli e inchiostri, tra colle e pigmenti e cementiti, in ogni sua stagione le immagini si spalmano e si incidono, si graffiano e si distendono sulla carta, sulla tela, sul legno, obbedendo alle ragioni di uno sguardo lirico che s’intinge nei più palpitanti e sepolti nuclei della memoria, alle radici stesse della coscienza e dell’affettività.
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dal testo in catalogo di Giorgio Seveso
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